Agricoltura del futuro. Alcaro: «Si punti all’innovazione»

BELCASTRO Ricerca, innovazione, trasferimento di tecnologie e di conoscenze. Una strada che se percorsa con costanza, convinzione e dedizione può sostenere il sistema produttivo calabrese ed incrementarne la sua capacità di competere. Ad iniziare dall’agricoltura che resta un settore fondamentale per la crescita dell’intera economia regionale. Ne è convinto assertore Stefano Alcaro, docente di Chimica Farmaceutica e responsabile del Laboratorio di Chimica Farmaceutica dell’Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro, che è alla guida di Crisea, il Centro di ricerca e servizi avanzati per l’innovazione rurale. La struttura – che sorge a tra i comuni di Belcastro e Mesoraca in quella che fu l’azienda Condoleo – fa appunto dell’innovazione e della ricerca prima, e del trasferimento delle attività alle aziende poi, la mission essenziale della propria esistenza.

Presidente le produzioni agricole calabresi stanno crescendo nella reputazione nazionale, ma come renderle competitive sui mercati internazionali?
«La competizione sui mercati internazionali passa attraverso l’innovazione. Essa anche nel comparto agricolo sta riscuotendo grande successo, basti pensare all’introduzione della robotica nell’agricoltura di precisione o alle tecniche di monitoraggio satellitare dei terreni sottoposti a coltura intensiva e non. Una chiave di successo passa anche attraverso il trasferimento di conoscenze dalla ricerca biomedica e farmaceutica in un settore in grande espansione oggi noto con il neologismo della Nutraceutica. La ricerca su questo campo è molto viva sia a livello mondiale che locale. Lo dimostra nell’Università Magna Græcia di Catanzaro, in cui insegno come ordinario di Chimica Farmaceutica, l’istituzione di una Scuola dedicata a “Farmacia e Nutraceutica”. Essere competitivi a livello internazionale significa, quindi, investire in settori strategici come questo, che possono valorizzare le risorse del territorio e offrire quindi nuovi posti di lavoro ai nostri giovani».

Lei ha parlato di innovazione quanto è importante questo fattore assieme alla ricerca, per il settore?
«Da universitario di lungo corso non posso che essere fortemente convinto che anche per il settore agricolo la ricerca e l’innovazione sono essenziali per renderlo competitivo. Ed è proprio su questo aspetto che particolarmente quest’anno ho concentrato i miei sforzi e quelli del team che mi affianca per trasferire nel centro Crisea conoscenze che vengono dalla ricerca di base. La reputazione scientifica, soprattutto nel campo delle Scienze esatte, passa attraverso pubblicazioni su riviste “peer reviewed” ovvero basate su valutazioni di qualificati revisori anonimi. Quando i contenuti scientifici che si propongono sono ritenuti validi, al punto di essere ospitati in riviste internazionali, si accresce la reputazione scientifica di chi li propone e si mette in moto un meccanismo virtuoso di credibilità internazionale. Questo è l’obiettivo che sto perseguendo per Crisea, che quest’anno da luglio ad oggi ha già al suo attivo 3 pubblicazioni internazionali su forum scientifici di primo piano in campo nutraceutico. Tradurre tali risultati in pratica, valorizzando le colture che massimizzano la presenza di effetti nutraceutici, significa fare innovazione agroalimentare basandosi sulla ricerca scientifica».

Quali sono i punti di forza delle produzioni enogastronomiche calabresi e viceversa le sue debolezze?
«Certamente i principali punti di forza risiedono nella biodiversità. La Calabria per la sua conformazione orografica riunisce in un’unica regione fasce climatiche che vanno da quelle tipiche del centro e nord Europa, a quelle della vegetazione tropicale. Questa straordinaria caratteristica si riverbera nelle produzioni enogastronomiche regionali, caratterizzate da elevata genuinità e unicità nel panorama italiano ed europeo. Di contro vi sono evidenti debolezze, che risiedono nella mancata valorizzazione, anche su base scientifica, dell’elevato patrimonio nutraceutico che possiedono. Ci sono forse anche altri fattori che limitano il successo, tra cui quelli logistici e di distribuzione».

In questo senso come Crisea può contribuire a far crescere l’agricoltura calabrese?
«Crisea nasce come centro di ricerca e servizi per l’innovazione rurale. In questa definizione risiede il grande potenziale del centro per lo sviluppo moderno ed ecosostenibile del comparto agricolo calabrese. Con i suoi quasi 300 ettari di terreno boschivo e seminativo, posti in un’area felicemente esposta verso il mar Ionio, il centro può diventare la location ideale per sperimentazioni agricole innovative che vanno dalle colture di precisione a quelle idroponiche, così come riferimento per il riciclo ecosostenibile di prodotti di scarto del comparto olivicolo, agrumario e vitivinicolo. Un’altra partita ancora tutta da giocare a Crisea è quella della valorizzazione della biodiversità che può spaziare dai grani antichi alla flora medicinale regionale. Oltre agli spazi aperti Crisea già offre quattro strutture perfettamente ristrutturate che ricordano le Agorà tipiche della Magna Græcia, in quanto disposte seguendo chiaramente la geometria del teorema di Pitagora intorno ad una piazza simmetrica quadrata di circa 3.500 metri quadrati. Esse includono un’area direzionale, una foresteria, un ristorante e i laboratori. Questi ultimi rappresentano la zona clou del centro, dove saranno ospitate le attrezzature per le investigazioni scientifiche che Crisea porterà avanti per soddisfare la missione di ricerca, servizi e formazione prevista nelle azioni di innovazione rurale, nonché dar spazio a startup innovative nel settore agronomico e nutraceutico».

Il Centro è divenuto pienamente operativo da qualche mese. Quali iniziative sono già partite?
«Il centro ha aperto ufficialmente i battenti al pubblico lo scorso primo luglio, scommettendo su un’operazione di natura scientifico-culturale. L’esposizione fotografico-multimediale ospitata temporaneamente nei locali dei laboratori e dedicata principalmente ai 27 comuni ed enti che compongono la compagine sociale dell’Associazione Crisea è sembrato il miglior modo per favorire la conoscenza del centro e consolidarne l’affiatamento dopo le forti restrizioni che la pandemia le ha inevitabilmente causato. La presentazione del volume sull’esposizione dal titolo “Identità territoriale: prisma di dinamiche produttive” svoltosi il 29 ottobre ha proiettato il centro all’attenzione mediatica, ma rappresenta solo l’inizio della storia pubblica di Crisea, che ha in cantiere molte altre cose. Tra quelle già svolte un ruolo di primo piano riguarda la pubblicazione di studi scientifici condotti in stretto contatto con il suo partner più qualificato in termini di ricerca, ovvero l’Università Magna Græcia di Catanzaro, di cui accennavo prima. Il primo studio di rilievo, frutto di una convenzione attivata nell’aprile del 2021 con lo spinoff universitario catanzarese “Net4Science”, è stato in grado di proiettare a livello internazionale Crisea mediante la sua prima pubblicazione sulla prestigiosa rivista scientifica a referaggio anonimo, Journal Medicinal Chemistry. Il lavoro, dal titolo “Identification of Compounds Targeting HuD. Another Brick in the Wall of Neurodegenerative Disease Treatment”, per la prima volta, associa al target innovativo (HuD), coinvolto in varie neurodegenerazioni, composti naturali tipici della Dieta Mediterranea, quali l’acido folico e l’acido rosmarinico. Le implicazioni di tale scoperta sono straordinarie. Infatti, studi clinici potrebbero dimostrare che una dieta ricca di acido folico, tipicamente utilizzato come integratore in gravidanza, sarebbero fondamentali anche nella prevenzione di neurodegenerazioni proprie della terza età. Il nostro centro intende puntare su questo eccellente risultato scientifico per successivi approfondimenti, con particolare riferimento ai prodotti tipici della biodiversità calabrese, le cui proprietà nutraceutiche sono ancora tutte da scoprire. E in linea con questo approccio si inserisce un altro risultato targato Crisea, quello che, grazie al partenariato universitario catanzarese, è stato pubblicato durante la decima edizione del meeting internazionale del “Paul Ehrlich MedChem Euro PhD Network”, svoltosi in forma virtuale dal 26 al 28 luglio 2021. Questa volta il protagonista è il componente principe del peperoncino, ortaggio simbolo della Calabria. Sulla capsaicina e alcuni suoi derivati è stata accertata, facendo uso di sofisticate tecniche teorico-sperimentali tipiche del Drug Discovery, un’azione inibitoria su un enzima chiave dell’obesità. Più recentemente, proprio nel mese di novembre, è la notizia di ulteriori due pubblicazioni scientifiche sempre su riviste di portata internazionale. La prima riguarda gli effetti sconosciuti fino ad oggi dell’acido ellagico, componente bioattivo tipico di un altro frutto simbolo dell’area Mediterranea, ovvero il melograno. In questo caso, la pubblicazione sulla rivista Antioxidants dimostra l’azione agonista di tale componente nutraceutica sui recettori adrenergici, che apre la porta ad applicazioni inedite di questo straordinario frutto, che nella mitologia Greca era sacro a Venere e a Giunone, sposa di Giove. L’altro studio, comparso sulla rivista Molecules, riguarda il sottoarbusto erbaceo Hibiscus sabdariffa L. noto anche come karkade. L’estratto dei suoi fiori è risultato in grado di agire contro il mieloma multiplo, in particolare mediante due metaboliti secondari che colpiscono il proteosoma, uno dei principali bersagli nella lotta di questa severa forma tumorale. Tale lavoro rappresenta un altro esempio tangibile, del potenziale di valorizzare dei prodotti tipici della macchia Mediterranea, mediante la ricerca scientifica di Crisea».

Quali sono i prossimi progetti in cantiere?
«Crisea sta ulteriormente crescendo e ha già in programma altre iniziative che potranno servire a lanciare il centro nei prossimi mesi. Attraverso la programmazione dottorale del ciclo XXXVII, in particolare quelli che riguardano le tematiche green, l’Università Magna Græcia di Catanzaro metterà a disposizione studenti del dottorato in Scienze della Vita per attività di ricerca presso il centro Crisea. Essi già negli ultimi mesi del 2021 e altri a partire dal gennaio 2022 frequenteranno il centro attivandone i laboratori di ricerca su progetti di nutraceutica, cosmeceutica e innovazione rurale. Lo spinoff “Net4Science” realizzerà entro fine anno un evento all’interno del centro dedicato ai temi di ricerca ed innovazione già pubblicati sulle riviste internazionali durante il 2021. Anche la Scuola di alta formazione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro darà un forte impulso a Crisea grazie ad un originale corso di aggiornamento che si terrà tra marzo ed aprile del prossimo anno. Si tratta dell’iniziativa che prende il nome di “Arte culinaria e nutraceutica”. Conoscenze scientifiche, sulle componenti di maggiore valore nutraceutico di prodotti tipici del territorio calabrese, e più in generale della Dieta Mediterranea, saranno fornite insieme a quelle pratiche per esaltarne le migliori proprietà benefiche e organolettiche. Un altro tema su cui Crisea sta scommettendo è quello della certificazione dei marchi di qualità per produzioni agroalimentari tipiche del territorio. Nel prossimo anno è prevista una prima azione su questo fronte che potrebbe dare inizio ad una più ampia serie di attività. Inoltre, il centro sta perfezionando la pubblicazione di una manifestazione di interesse dedicata a tematiche di ricerca e innovazione che porteranno nel prossimo anno partner esterni a interagire negli spazi di Crisea nel rispetto delle finalità statutarie dell’associazione».

r.desanto@corrierecal.it

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